rurability: rinascimento rurale
7 Aprile 2023L’assemblea generale degli associati SIMTUR, riunita a Melfi – in Basilicata – insieme ad un nutrito partenariato territoriale, ha approvato la “Carta di Melfi”: un documento nazionale che invita le realtà impegnate nello sviluppo rurale ad una profonda riflessione e ad innovare i sistemi di produzione, trasformazione, distribuzione, consumo e… spreco.
Con l’ingresso dell’umanità nell’era delle pandemie, dopo la fase acuta dell’emergenza da Covid-19, è aumentata d’improvviso la consapevolezza delle sfide che attendono ciascuno di noi. Se fino al giorno prima potevamo attingere al cibo dagli scaffali strabordanti dei supermercati senza lavorare la terra – finendo per dimenticare l’importanza fondamentale del ruolo dei contadini, degli allevatori e dei pescatori – il giorno dopo ci siamo dovuti rimettere ordinatamente in fila per il pane.
Mai come nel presente l’umanità ha avuto a disposizione tante risorse materiali e competenze tecnico-scientifiche, eppure si è dovuta fermare per considerare l’importanza della terra e del cibo, dei sistemi di produzione, distribuzione e consumo, della prossimità, della normalità e dell’equilibrio. Un ritrovato senso di comunità richiede un nuovo patto con la natura e il paesaggio, con l’economia e l’ecologia che richiamano inevitabilmente ad un’etica, individuale e collettiva, orientata alla tutela e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio materiale e immateriale di agrobiodiversità dei territori e ad un rinnovato patto città/campagna che rivaluta l’idea di “contado” (dal latino comitatus), espressione più originale e profonda dell’Italia, all’origine della parola “contadino”.
I sottoscrittori della “Carta” riconoscono nel tessuto rurale il contesto umano e culturale sinonimo del buon vivere, delle tradizioni, del saper fare creativo, della dimensione sociale armoniosa e del paesaggio in equilibrio tra tessuti urbani e ambiente naturale. In tale contesto intendono operare – prioritariamente e improrogabilmente – per un nuovo Rinascimento rurale.
Gli impegni previsti dalla “Carta”
- lo studio, il recupero e la trasmissione di conoscenze sulle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali;
- la realizzazione di forme di filiera corta, di vendita diretta, di scambio e di acquisto di prodotti agricoli e alimentari nell’ambito di circuiti locali;
- lo studio e la diffusione di pratiche proprie dell’agricoltura biologica e di altri sistemi colturali a basso impatto ambientale e volti al risparmio idrico, alla minore emissione di anidride carbonica, alla maggiore fertilità dei suoli e al minore utilizzo di imballaggi per la distribuzione e per la vendita dei prodotti;
- lo studio, il recupero e la trasmissione dei saperi tradizionali relativi alle colture agrarie, alla naturale selezione delle sementi per fare fronte ai mutamenti climatici e alla corretta alimentazione;
- la realizzazione di orti didattici, sociali, urbani e collettivi, quali strumenti di valorizzazione delle varietà locali, educazione all’ambiente e alle pratiche agricole, aggregazione sociale, riqualificazione delle aree dismesse o degradate e dei terreni agricoli inutilizzati.
Gli obiettivi delle “Comunità del Cibo e della Biodiversità”
- interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, con esclusione dell’attività di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi;
- interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 e successive modificazioni;
- redazione di dossier di candidatura da presentare all’Osservatorio Nazionale del Paesaggio rurale, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali (ONPR) per il riconoscimento di paesaggi storici e prodotti tradizionali;
- organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività anche editoriali di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale di cui all’art. 5 del D.lgs. 117/2017;
- organizzazione e gestione di attività di valorizzazione del territorio e di promozione di buone pratiche di turismo ambientale, escursionistico, rurale, culturale, sociale e religioso;
- attività di educazione, informazione, rappresentanza e promozione che accompagnino le imprese agricole o comunque operanti nelle zone rurali e nelle aree interne ad accedere a mercati che prevedano il pagamento di un prezzo equo, sostenendo misure di sviluppo in favore dei produttori che garantiscono condizioni di lavoro e di sicurezza alimentare nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazionali;
- valorizzare il ruolo dei contadini, degli agricoltori e degli allevatori nella società;
- valorizzare il cibo locale, buono, etico e sostenibile, anche attraverso l’adozione di marchi d’area o l’adesione a disciplinari esistenti, con la finalità di rafforzare la coesione e l’integrazione in ambito di agricoltura sociale – così come definita dall’articolo 2 della legge 18 agosto 2015 n. 141 e successive modificazioni – anche per il tramite di aziende agricole, aziende di trasformazione e altre tipologie accreditate dall’associazione stessa per questo scopo;
- realizzare attività benefiche, di sostegno a distanza, di cessione gratuita di alimenti o prodotti di cui alla legge 19 agosto 2016 n. 166 e successive modificazioni, o erogazione di denaro, beni o servizi a sostegno di persone svantaggiate o di attività di interesse generale;
- promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché dei diritti dei consumatori e degli utenti delle attività di interesse generale, promozione delle pari opportunità e delle iniziative di aiuto reciproco, incluse le banche del tempo di cui all’articolo 27 della legge 8 marzo 2000 n. 53 e i gruppi di acquisto solidale di cui all’articolo 1, comma 266, della legge 24 dicembre 2007 n. 244;